Medicine non convenzionali

consigli omeopatici

Medicine non convenzionali

MEDICINE NON CONVENZIONALI E MALATTIE INFLUENZALI: PRINCIPALI RIMEDI DI DIFESA A SPECIFICA IMMUNITARIA

Come ogni anno sentiamo parlare di una nuova influenza, contraddistinta da un aggettivo che la identifica, quasi “nazionalizzandola” (cinese, australiana, ecc.); questo è semplicemente un comune mezzo per riconoscere il ceppo dell’anno in corso rispetto a quelli precedenti, ma è anche simultaneamente il mezzo con cui si fissa il paese dove è stato riconosciuto il primo caso dell’influenza odierna. Oramai dietro al sostantivo influenza si muove una paura collettiva, come se fossimo tornati ai mortali casi letali della vecchia asiatica. Oltre alla straconsigliata vaccinazione omeopatica, come possiamo preparare ed allertare specificatamente il nostro organismo all’arrivo del “terribile” e “nefasto” virus influenzale? Possiamo affrontare il problema a più livelli. Una prima e semplice risposta concreta ci è consigliata dalla fitoterapia e dalla gemmoterapia che, grazie ad alcune piante, contribuisce efficacemente a stimolare le nostre difese immunitarie.

 

FITOTERAPIA

I fitoderivati sono estratti vegetali da piante varie  che agiscono in modo selettivo su organi affetti da malattie specifiche. La sostanza di base è la Tintura Madre ( sigla=T.M.). Queste sono poi la base di partenza delle preparazioni omeopatiche.
La tintura madre si prepara a partire dalla pianta fresca cresciuta nel suo biotopo, cioè nel proprio habitat naturale e raccolta nel periodo più adatto.
Il grado alcolico della tintura madre è compreso tra i 45% ed i 65%.
Le tinture madri sono molto efficaci in quanto sono raccolte dalla pianta viva, fresca. L’alcool, poiché è a bassa gradazione, non deteriora in modo significativo i principi attivi presenti nella pianta. In più, è importante che il tempo di macerazione sia di 21 giorni, poiché permette l’estrazione di principi attivi più integri e quindi maggiormente efficaci.
Le tinture madri si assumono in poca acqua naturale e vanno tenute per un piccolo periodo di tempo sulla lingua per aiutarne l’assorbimento attraverso le venule perlinguali.

 

GEMMOTERAPIA

Sono questi composti studiati solo dopo la metà del novecento. lo scopritore fu il belga Pol Henry, medico studioso di fitoterapia. Egli partì dall’osservazione che gli estratti da tessuti vegetali allo stato embrionale erano più efficaci delle tinture madri classiche in quanto contenevano principi attivi presenti esclusivamente in quel periodo di sviluppo della pianta. Il periodo ottimale in cui si opera la raccolta è la primavera in quanto la “spinta” della natura alla crescita è più forte. Il prof. Netien di Lione diede un’identità a tali sostanze: in generale sono biostimoline tissutali, cioè auxine e giberelline, enzimi, acidi nucleici (RNA e DNA), proteine e fattori di crescita. Si è dimostrato che le biostimoline vegetali esaltano la funzione delle difese del nostro sistema attraverso uno specifico stimolo del sistema reticolo-endoteliale (RES).
Egli iniziò a studiare ed a utilizzare gemme, scorza delle radici, giovani radici, semi, scorza di fusti giovanissimi e giovani getti delle piante (cioè la gemma subito dopo la schiusura della gemma), estraendoli con solventi alcolici e glicerina. Questi sono detti macerati glicerici. Da questa soluzione si compie un’altra ulteriore diluizione 1:10 con dell’altro solvente e si ottiene così il prodotto finale detto MG1DH (macerato glicerico alla prima diluizione Hahnemaniana). Abbiamo pertanto una parte di macerato glicerico mescolata con 9 parti di miscela alcool-acqua-glicerina. Questo è il momento in cui il composto è messo in bottiglie che devono essere di vetro e scure. Si deve applicare l’etichetta col nome specifico del prodotto botanico e il flacone è munito di contagocce per facilitare l’assunzione del prodotto al consumatore.
Di solito i macerati glicerici hanno una durata media intorno ai 5 anni dalla data di produzione.
Il pensiero dominante rispetto a queste sostanze giovani è che assolvano in primo luogo una profonda azione drenante degli organi ed egli apparati.
Il drenaggio (depurazione) fu studiato ed esaltato soprattutto dal medico svizzero Nebel: “il drenaggio serve a convogliare ed a espellere le tossine tramite gli organi emuntori del nostro corpo (reni, fegato, cute).”
Il gemmoderivato è più efficace se diluito in poca acqua naturale e, come per le tinture madri, va tenuto in bocca per almeno un minuto. Anche in questo caso si può usare acqua tiepida per rendere più facile l’assorbimento del gemmoderivato (o della tintura madre nel caso precedente).
La quantità standard di un gemmoderivato è tra le 50 e le 150 gocce al giorno per l’adulto.
Per il neonato 1/10 di questa dose; per il lattante 1/5; per la terza infanzia metà; per l’adolescenza e la senilità 2/3.
Per la posologia delle tinture madri si considera ottimale una somministrazione che equivalga più o meno a metà dose dei gemmoderivati.
La sostanza fitoterapica più conosciuta dal grande pubblico è l’Echinacea Angustifolia, famosa per le sue proprietà immunostimolanti. L’Echinacea Angustifolia si utilizza nella cure di tutte le malattie da raffreddamento per la sua azione antivirale e immunostimolante. L’Astragalo è una pianta cinese dalle proprietà immunostimolanti e di prevenzione per tutte le affezioni del tratto respiratorio superiore. La Curcuma è una pianta della Medicina Ayurvedica, dalle proprietà immunostimolanti ed antiinfiammatorie. Consideriamo ancora il comunissimo Aglio, potente antibatterico, antiossidante, immunostimolante (aumenta i linfociti natural killer). Ma possono altresì essere assunti altri prodotti importanti come ad esempio la Rosa Canina. Essa è indicata proprio per combattere le infezioni delle alte vie respiratorie (di orecchie, di naso e gola), tipici bersagli della sindrome influenzale classica. Anche la Rosa Canina svolge un’azione immunostimolante ed è particolarmente consigliata per i bambini. Svolge un’azione anche antiinfiammatoria ed antiallergica.
La parte più utilizzata e quindi più efficace della pianta, quella cioè utilizzata dall’industria fitoterapica, è il frutto (che è in realtà un falso frutto). Esso prende lo strano nome di cinorrodonte, che è pieno e ricco di vitamina C. Il principio attivo lo si ottiene con spremitura a freddo dello stesso frutto. La dose da assumere in caso di prima comparsa di sintomi influenzali (quali febbre e raffreddore) è di 20-30 gocce due o tre volte al giorno.
Altra sostanza molto efficace è l’Uncaria Tomentosa, pianta che cresce nel Sudamerica, che possiede un grande effetto immunostimolante ed è assolutamente indicata per gli anziani colpiti da bronchite cronica. L’Uncaria Tormentosa ha proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti e, come già detto, immunostimolanti.
L’Uncaria possiede parecchi alcaloidi ed è inoltre anche ricca di flavonoidi, polifenoli, catechine, quercitina, mucillagini e tannini. Sono molti gli studi scientifici che hanno dimostrato che gli alcaloidi in questione possono incrementare le difese immunitarie anche oltre un 50% pur se a dosi basse. Un altro fondamentale studio è stato eseguito sulle sue proprietà antinfiammatorie: certi componenti possono inibire le infiammazioni in una percentuale tra il 46 e il 69%, sia in vitro che in vivo. L’Uncaria è da sempre usata dagli indigeni per alleviare i sintomi delle artriti, dei reumatismi, dell’herpes, delle allergie e di molte altre manifestazioni infiammatorie. Nel 1994 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha decretato l’ufficiale riconoscimento dell’Uncaria quale pianta medicinale.
La Propoli è invece un antibiotico naturale e va usata nei casi dove si userebbe l’antibiotico allopatico.
Il Ribes Nigrum è una delle più utilizzate e conosciute sostanze fitoterapiche ed è la sostanza più simile agli effetti di un corticosteroide, pertanto è veramente molto potente come anti-infiammatorio generale.

 

TRATTAMENTO OMEOPATICO ASPECICIFICO PREVENTIVO DELL’INFLUENZA:


L’Oscillococcinun è un prodotto di tipo omeopatico e non fitoterapico, molto conosciuto ed utilizzato da migliaia di pazienti. Esso contiene un lisato filtrato di fegato e cuore di Anas barbariae (che è una razza di anatra) che in pratica ha la funzione principale di stimolare il sistema immunitario umano rendendolo più forte ed eventualmente pronto in caso venga a contatto con alcuni virus influenzali. Può essere somministrato anche nelle donne gravide.
Si consiglia una dose alla 200 K alla settimana per tutta la durata della stagione autunnale ed invernale. Va anche somministrato all’inizio dell’otite, prima dei rimedi specifici del caso.
L’influenzinum è un nosode tratto direttamente dal ceppo virale influenzale della stagione in corso ed è quindi un farmaco specifico anti-influenzale. Si consiglia una monodose alla 200 K ogni 2 settimane per tutta la stagione autunnale ed invernale. Una dose alla settimana solo durante le epidemie diffuse. Non somministratelo ad influenza già in atto: potrebbe complicare il caso, ma usatelo solo come prevenzione.

 

FEBBRE IN GENERALE E QUINDI FEBBRE INFLUENZALE: TRATTAMENTO OMEOPATICO SPECIFICO

  • ACONITUM NAPELLUS: inizio brusco spesso dopo essersi esposti a vento freddo e secco, pelle bruciante, sete intensa, agitazione ed ansietà. Peggioramento peculiare intorno alle 24 di sera. Il paziente non suda ancora nonostante la febbre altissima che è insorta rapidissimamente. Peculiare : ansietà e paura di morte imminente.
  • APIS MELLIFICA: eruzioni cutanee, intolleranza al caldo, assenza di sete ( non sempre!), linfonodi ingrossati, colore rosato delle manifestazioni a livello degli organi ed apparati, grande rimedio di sindromi orticarioidi con le caratteristiche specifiche dei pomfi e del colore rosato degli stessi.
  • ARNICA MONTANA: stati iniziali dell’influenza con rotture osteoarticolari generalizzate. Sensazione che il letto sia troppo duro. Sensazione di essere stati duramente bastonati.
  • ARSENICUM ALBUM: facilità alle ricadute nell’influenza ed in altre sindromi febbrili. Se si tratta di eruzioni da malattie esantematiche: quando le lesioni cutanee tendono ad aggravarsi ed a diventare di colore nero, se il paziente diventa improvvisamente senza forze, agitato, ansioso, pauroso della morte, richiede con forza un medico al suo capezzale, vuole essere rassicurato ma solo dallo specialista e non già dalla gente comune. Se compaiono segni di diarrea pressante, fetida, con molte scariche in poco tempo, tendenza a qualsiasi aggravamento ed alle recidive frequenti allora abbiamo la chiara indicazione per questo importante rimedio. Tutto migliora con il calore sia applicato esternamente che con le bevande ed i cibi caldi.
  • BELLADONNA: inizio brusco, viso rosso e congesto, pelle calda e bruciante, sudorazione profusa, sete variabile ma spesso presente, desiderio di bevande fredde, il colore che domina il quadro è rosso fuoco. Paziente agitato, irrequieto, ha difficoltà a stare immobile, si scopre, febbre alta o altissima.
  • BELLIS PERENNIS: quadro simile a quello di Arnica e di Eupatorium (quindi classiche rotture osteoarticolari di molte forme virali influenzali), con la differenza che qui il dolore è localizzato soprattutto a livello della colonna vertebrale.
  • BRYONIA ALBA: inizio graduale, brividi, sete intensa, dolori muscolari ed ossei, cefalea. Miglioramento stando coricato sul lato dolente e restando assolutamente immobile. Peggioramento grave con qualsiasi movimento. Il paziente non vuole essere curato, rifiuta il medico e sta girato col viso verso il muro.
  • EUPATORIUM PERFOLIATUM: febbre alta, sete, intensi dolori muscolari e articolari, brividi lungo la schiena, globi oculari dolenti. È una piccola Arnica, per cui il dolore osteoarticolare nell’influenza ci deve far pensare a questo piccolo ma importantissimo rimedio oltre alla stessa Arnica ed alla Bellis Perennis.  Possono concomitare raffreddore e spesso faringite acuta, ma sempre accompagnate da sensazione di grave ed invalidante sensazione di rotture osteoarticolari più una sensazione di pesantezza/dolore agli ochhi e nella zona peri-oculare.
  • FERRUM PHOSPHORICUM: febbre non elevata, sudorazione, brividi, viso rosso e congesto, cefalea, leggere emorragie nasali, sete non intensa, otalgie da sindrome infiammatoria dell’orecchio. Il paziente Ferrum Phosphoricum non è grave per cui tende ad andare lui stesso a comprarsi la cura per i suoi sintomi!
  • GELSEMIUM SEMPERVIRENS: brividi lungo la schiena, tremori, testa calda e pesante, pesantezza di palpebre e gambe, assenza di sete. Paura di tutto. Cefalea terribile all’occipite in corso di sindrome influenzale; il dolore cefalalgico è migliorato dalla minzione. Non c’è sete. Testa molto pesante, intorpidimento dei sensi, palpebre che tendono a chiudersi. Sensazione che il cuore possa smettere di battere da un momento all’altro per cui il paziente deve muoversi per impedire l’arresto del cuore.
  • MERCURIUS SOLUBILIS: lingua grossa e gialla, alito fetido, sudorazione, brividi alternati a caldo, abbondante salivazione, sete intensa. Aggrava di notte, sbava e macchia il cuscino di giallo. Linfonodi ingrossati come reazione. Gusto di metallo in bocca. Tremore delle mani. Impronta dei denti sulla lingua.
  • PHYTOLACCA DECANDRA: faringe infiammata di colore porporaceo, faringe come laccata, linfonodi ingrossati, duri e dolenti. Presenza di placche. Caratteristico il dolore che tende ad essere confuso con un dolore nevritico che si irradia in sede retroauricolare.
  • PHOSPHORUS FLAVUS: tossi secche che non migliorano con nessun altro rimedio e che fanno pensare ad un quadro simile  a quello di Drosera (vedi tosse), ma con sintomi che durano e permangono giorno e notte senza tregua. Tendenza emorragica (specie dal naso o dalle gengive). Raucedine o afonia totale senza dolore. Tendenza del raffreddore a scendere ed a diventare rapidamente bronchite o polmonite.
  • PYROGENIUM: quando il quadro è totalmente di Belladonna, ma questo farmaco non funziona, allora è necessario somministrare Pyrogenium.
  • RHUS TOXICODENDRON: febbre moderata con presenza di piccole vescicole ripiene di un liquido citrino molto pruriginose. Dopo esposizione al freddo, all’umidità o dopo sforzi fisici. Migliora con il movimento, con le applicazioni calde e con il tempo secco; peggiora con il riposo, di notte, col freddo umido e coricati sul lato dolente.
  • SULPHUR: in particolare 3 condizioni.
    1) Febbre senza sintomi.
    2) Molti sintomi senza febbre(per chiarire il caso!).
    3) Per concludere una cura che si è attuata precedentemente con altri rimedi in modo positivo ma non definitivo.
    Posologia ed uso dei farmaci:
    I GRANULI: devono essere compresi in una scala tra la 4 CH e la 30 CH. Queste diluizioni tendono a curare il problema più prettamente somatizzato.
    Dalla 200 CH in su, si tende a curare maggiormente il problema con riverberi emotivi e psichici.
    Personalmente prediligo le 30 CH poiché sono una giusta via di mezzo tra il problema mentale puro e quello già calato nel corpo.
    I granuli vanno somministrati in numero di 5 ogni due o tre ore in casi acuti ma non a rischio: in fatti più gravi 5 granuli anche ogni mezz’ora; in casi semplici o banali solo 5 granuli per tre volte al giorno.

 

Consiglio sempre di non sottovalutare mai le situazioni patologiche. Se avete anche solo il minimo dubbio di non essere in grado di riconoscere il farmaco più adeguato o se non riuscite a capire bene che cosa stia accadendo o se somministrate uno o due rimedi e non vedete miglioramenti rivolgetevi immediatamente al vostro medico omeopata di fiducia, o al medico di base o allo specialista più adatto alla cura della patologia in corso o ad un pronto soccorso.
Da psicosomatista mi “porto addosso” un vizio di fondo tipico della mia formazione professionale : non riesco quasi mai a scindere un processo fisico puro da uno psichico concomitante (ma sotterraneo), pertanto preferisco lavorare “a cavallo” dei 2 campi, ed è questo il motivo per cui amo le 30 CH, che pescano nei due mari. E’ importante ricordare che ad ogni farmaco omeopatico corrisponde uno specifico quadro psichico ed emotivo. In questo piccolo manuale ho pertanto voluto offrire al lettore, anche se in modo non approfondito, un’agile sintesi delle principali caratteristiche psichiche che fotografano l’anima del rimedio considerato. Quindi un rimedio omeopatico corrisponde a delle caratteristiche assolutamente specifiche che individuano una persona sia come sintomi fisici sia da un punto di vista caratterologico.
Risulta comunque fondamentale la scelta corretta ed appropriata del rimedio in grado di curare e guarire. Ricordate che l’omeopatia sull’acuto è molto veloce e rapida nei suoi effetti, per cui se dopo alcune ore non vedete alcun risultato, non intestarditevi perché la prescrizione probabilmente era sbagliata in prima battuta.
Se si è indecisi fra due rimedi alternare 5 granuli del primo rimedio a 5 granuli del secondo rimedio (secondo la tecnica omeopatica pluralista Francese).
In casi molto complicati si può arrivare alla prescrizione di 3 rimedi in successione.
Nel neonato e nel bimbo piccolo si possono sciogliere 10 granuli del rimedio o 10 granuli di ognuno dei rimedi scelti in 2 o 3 dita di acqua naturale in un biberon utilizzato solamente per i farmaci omeopatici. Per sciogliere i granuli utilizzare un cucchiaino che deve essere di plastica oppure girare con pazienza il biberon in mano fino a scioglimento avvenuto. Appena terminata l’assunzione del primo biberon se i sintomi stanno migliorando, diradare la somministrazione delle “poppate farmacologiche” per sospendere a guarigione avvenuta.